Quando mi guardo alle spalle e rivivo le scelte della mia vita, mi sento ancora cogliere dalla vertigine delle aspirazioni. Io appartengo alla generazione di chi ha potuto non solo scegliere il proprio lavoro, ma anche sperare di migliorare se stesso e la società che lo circondava. Generazione che, alla resa dei conti, può considerarsi fortunata. E così mi impietosisco di fronte alle immagini di schiere di ragazzi in coda per improbabili provini.
martedì 20 maggio 2008
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