affondati in un mare di parole, non sempre garbate o adeguate, navighiamo a vista cercando di operare dei distinguo. Non ci sono differenze nè di tono nè di partecipazione. Ci propinano, con la medesima intensità la cellulite della velina e l'inflazione. Il dolore, altrui, è un salvavita per l'esistenza di certe trasmissioni che vivono grazie alla famigerata domanda "cosa le manca di più di lui/lei?". E così avviene anche che, soli e assordati, temendo la banalità, si taccia.
sabato 26 gennaio 2008
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