La stampa, perlomeno europea, ci taccia di ignoranza. Dice che la scuola italiana è una delle peggiori. Odiando le generalizzazioni, non mi sento di condividere il giudizio, ma, nel contempo e per esperienza diretta, non posso nemmeno fare una difesa di ufficio. La scuola pubblica assomiglia ad un vecchio veliero disalberato, nel quale ci sono alcuni marinai, di grande forza e volontà, che lavorano indefessamente, molti altri che guardano, criticano e non fanno niente, ma soprattutto è privo di comandante. Il quale, coerente con i più noti romanzi di avventura, giace in cabina sbronzo. La mia convinzione è che le scuole migliori funzionino a dispetto dello stato e dei suoi dirigenti, sui quali si riversa la mia disistima più viva. Infatti, a mio avviso, finchè non verrà formata una nuova generazione di dirigenti, magari anche coraggiosi, non ci sarà storia. E' un argomento molto vasto e appassionante che merita ben altre riflessioni. E' per questo che, avendo sentito spuntare, fra i tanti argomenti di campagna elettorale, anche l'antico e pretestuoso conflitto fra scuola pubblica e privata, che mi ribello e rivendico un pò di sincera attenzione sugli aspetti concreti del problema.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento