Finalmente oggi si parla di inflazione. O perlomeno si ammette che ci troviamo di fronte ad un tasso di inflazione di tutto rispetto. Fino a poco tempo fa, a chi, nemmeno tanto sommessamente, faceva rilevare la continua perdita di potere di acquisto dei salari, veniva risposto che era un'impressione. In realtà veniva usato l'aulico termine di "inflazione avvertita". E con ciò si veniva azzittiti, anzi, sotto sotto, passava una larvata accusa di disfattismo. Suvvia, perchè lamentarsi disturbando così la generosa e illuminata opera della politica? E tutti noi, a reddito fisso, rappresentanti di quell'oscuro ceto medio, che mantiene tutti, a flaggellarci cercando di capire come mai il libro e/o il cinema mensile non uscivano più dal "cilindro" dei conti domestici. Colpa nostra di sicuro, pensavamo, cercando di convincerci che, per una volta, non ci stessero prendendo per i fondelli. In realtà ci stavano prendendo per i fondelli!! E ora, con aria saccente, fanno anlisi, si lanciano criptici messaggi elettorali e ipotizzano improbabili soluzioni ad un problema, che, nemmeno gli stati sani, possono risolvere agevolmente. Conclusione. Zitti, tentate di lavorare o, perlomeno, lasciate lavorare noi.
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